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I falsi miti sull’evoluzionismo: 1. è solo una teoria!

copia-di-revolution1Purtroppo il materiale divulgativo in lingua italiana sull’evoluzionismo è poco e frammentato. Diversa situazione si ha nei paesi anglosassoni. Abbiamo quindi pensato per prima cosa di tradurre alcune cose interessanti dalla lingua inglese in italiano. Uno dei pezzi piu’ semplici ma diretti venutoci sottomano è sicuramente questo speciale preso da Scientific American. In 15 brevi capitoletti vengono smontati i più comuni miti sull’evoluzionismo e su Darwin propugnati dai difensori di posizione creazioniste. Li tradurremo tutti e su alcuni ci soffermeremo di più in futuro.

1. L’evoluzione è solo una teoria. Non è un fatto o una legge scientifica.

Molte persone hanno imparato alla scuola elementare che una teoria si trova in mezzo ad una gerarchia di certezze – al di sopra di una mera ipotesi ma al di sotto di una legge. Gli scienziati pero’ NON usano questo termine in questo modo. Secondo l’Accademia Nazionale delle Scienze Americana (NAS), una teoria scientifica e’ “una spiegazione ben verificata di alcuni aspetti del mondo naturale che puo’ incorporare fatti, leggi, deduzioni, e ipotesi testate”. Nessuna quantita’ di ulteriore convalida cambia una teoria in una legge, che e’ una generalizzazione descrittiva sulla natura. Cosi’ quando gli scienziati discutono sulla teoria dell’evoluzione – o sulla teoria atomica o sulla teoria della relativita’ non stanno esprimendo delle riserve sulla sua verita’.

In aggiunta alla teoria dell’evoluzione, qualcuno potrebbe anche parlare di dato di fatto (in inglese il termine e’ facts: fatto concreto, realta’, prova. N.d.T.) dell’evoluzione. Il NAS definisce un dato di fatto come una “osservazione che e’ stata ripetutamente confermata e per scopi pratici e’ accettata come “vera”.” Sebbene nessuno abbia osservato queste trasformazioni (in realta’ esistono vari esempi di osservazione diretta di processi evolutivi; ne parleremo in futuro su altri articoli, N.d.T.), l’evidenza indiretta e’ chiara, inequivocabile e convincente.

Tutte le scienze si affidano frequentemente ad evidenza indiretta. I fisici non possono vedere direttamente le particelle subatomiche, per esempio, cosi’ verificano la loro esistenza attraverso l’osservazione di tracce rivelatorie che le particelle lasciano nelle camere a nebbia. L’assenza di un’osservazione diretta non rende le conclusioni dei fisici meno certe.

C’è un altro universo dove Elvis fa il cosmologo

elvis_pantsQui a Progetto Galileo c’è qualcuno che ama prendersela, più che con i giornalisti, con gli scienziati stessi. Quelli, almeno, che fanno, in qualche modo, cattiva divulgazione.
Questa volta è il caso di Alex Vilenkin di cui repubblica.it riporta la traduzione di un articolo nella sezione cultura: C’è un altro universo dove Elvis canta.
Purtroppo, soprattutto in Italia, il termine cultura di solito esclude le scienze, per cui spesso gli articoli scientifici nella sezione cultura sono una specie di raccolta di termini evocativi pescati più o meno a caso dal lessico scientifico, alla ricerca più del sensazionalismo che di una sana divulgazione scientifica.
Questo articolo sembra ricadere esattamente in questa categoria, nonostante a scriverlo sia stato proprio uno scienziato, e uno scienziato rinomato, per giunta: Vilenkin è infatti considerato uno dei maggiori leader del mondo in cosmologia teorica, è direttore di un istituto universitario di cosmologia in USA e ha dato fecondi contributi alla teoria inflazionaria (è sua l’idea dell’eternal inflaction), alla cosmologia quantistica e molti altri importanti settori. Quindi, sia chiaro, stiamo parlando di tutt’altro che un cialtrone.
Nondimeno il tono dell’articolo è sfacciatamente sensazionalistico e le “semplificazioni” che dovrebbero essere concesse in articoli divulgativi sono in questo caso delle vere e proprie deformazioni a scopo puramente “letterario”. Si usano a piacere i termini universo, multiverso e bolle, confondendo regioni remote del nostro universo, del nostro spazio-tempo, con altri “universi”, creati a partire dal nostro, ma da esso “sconnessi”. E in tutto questo si gioca a fare — Borges abbia pietà di lui! — la Biblioteca di Babele, tirando in ballo Elvis o la Regina d’Inghilterra. Per non parlare di errori veri e propri (chissà se dovuti alla traduzione), come quando si dice che:

“Era stato Einstein a inventarsi una forza del genere, per poter compensare l’azione della gravità nel suo modello statico dell’Universo. Ma oggi sappiamo che l’Universo è in espansione, e quindi che l’originario modello di Einstein non è quello giusto.”

Errore perchè, sì, è vero che Einstein introdusse per primo la costante cosmologica, ed è vero che egli stesso, poco dopo, considerò quel termine nelle sue equazioni come “l’errore più grande della sua vita”, ma è altrettanto vero che, contrariamente a quanto si dice nella frase citata, la recente scoperta (stiamo parlando della fine degli anni novanta) che l’espansione dell’universo sta accelerando sembra indicare proprio la necessità di introdurre nei modelli proprio un termine di tipo costante cosmologica.

Hronir

Progetto Darwin 2009

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Ed eccoci qua al nuovo anno. Avevamo promesso per il 2009 di festeggiare i 200 anni dalla nascita di Charles Darwin con l’avvio di un progetto a lungo termine. Abbiamo discusso, selezionato, scritto pezzi (e altri sono ancora in progress) per quello che possiamo battezzare come Progetto Darwin 2009 o in un modo più trendy (R)evolution 2009 come potete vedere nel logo in alto. Nei prossimi mesi posteremo una serie di articoli sull’evoluzionismo, non solo dal punto di vista scientifico e divulgativo, ma anche da punti di vista inusuali e speriamo interessanti: storia, politica, religione, fisica ecc.

Il progetto è un continuo Work in Progress (come del resto lo è l’evoluzione), quindi non scandalizzatevi se i post non arriveranno a scadenza settimanale. Critiche, consigli e suggerimenti sono sempre apprezzati e il  dibattito sarà sempre aperto e cordiale (ovviamente ci aspettiamo stessa apertura e cordialità dai commentatori ;)… ).

Nel frattempo ovviamente Progetto Galileo continuerà come sempre a scovare bufale scientifiche nei media.

Altro fango sugli OGM: il turno dei fantomatici cani OGM sofferenti

chinese_crested_dogSpesso ci e’ capitato di difendere gli OGM dalle accuse piu’ assurde degli anti-OGM paragonando la produzione di OGM alla selezione operata dagli allevatori attraverso anni o secoli di incroci animali o vegetali. E’ un paragone calzante che aiuta spesso a ridimensionare le paure e la disinformazione instillate dagli anti-OGM; ma rimane pur sempre un paragone. Organismi Geneticamente Modificati (ovvero gli OGM) sono animali il cui genoma e’ stato alterato usando tecniche di ingegneria genetica; gli OGM quindi non sono animali selezionati dagli allevatori tramite incroci.

Quando ho letto questo articolo sul Corriere.it sono rimasto sbalordito. Da quando in qua vengono prodotte razze canine OGM per il commercio? A quanto mi risulta non esistono cani OGM in commercio. Se qualcuno ne ha notizia ce lo faccia sapere. L’articolo si riferisce alle razze canine “modificate geneticamente”, salvo poi aggiungere ogni tanto “dagli allevatori”. Si fa un elenco delle razze canine piu’ stravaganti dal punto di vista estetico e le si definisce “sofferenti”. Non so con quali strumenti si possa dimostrare la sofferenza di una razza canina. Forse sono gli stessi con i quali si puo’ dimostrare che una etnia umana soffre ad essere pigmea o obesa. Molte di queste razze esistono da prima che il Dna fosse scoperto da Watson e Crick. Quindi veramente non si capisce quale e’ il nesso tra OGM e razze canine. E quale e’ il nesso tra OGM e sofferenza.

Una ricerca veloce su Google e inserisco Pasqualino Santori e la notizia rimbalza su altre agenzie. Mmm, allora forse non e’ un errore della giornalista del Corriere.it. Forse e’ il comunicato ufficiale del Comitato Bioetico dei Veterinari ad aver diramato una notizia inesatta. Ed e’ di certo grave che un comitato di veterinari non conosca la differenza tra un OGM e un animale ottenuto da incroci da allevamento. Anche perche’, se proprio di malattie e sofferenze dobbiamo parlare, e’ proprio a causa degli incroci tra consanguinei che una razza diventa debole, portatrice di malattie congenite e forse sofferente. Invece se una razza canina fosse selezionata utilizzando tecniche di ingegneria genetica per ottenere un carattere desiderato non ci sarebbe alcun bisogno di incroci tra consaguinei. Quindi alla fin fine sarebbe meglio utilizzare cani OGM piuttosto che razze ottenute tramite incroci.

Ma soprattutto, dove vogliono arrivare i rappresentanti di questo Comitato di Bioetica? Dobbiamo sterilizzare tutte le razze canine che sono sofferenti? E chi decide se una razza canina e’ sofferente? Un Comitato Bioetico di Veterinari che non sa neppure cosa e’ un OGM?

UPDATE

L’articolo del Corriere e’ stato modificato: ora nel link dalla pagina principale non sono piu’ “cani OGM” ma “razze estreme”. Ma nell’articolo rimane “razze OGM”.

Gli pterosauri non sono dinosauri

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Per la seconda volta in meno di due mesi i giornali online italiani sono riusciti a far diventare un rettile volante estinto (uno pterodattilo) come un dinosauro. Che e’ un po’ come dire che i coccodrilli sono dinosauri. La prima volta ci penso’ Repubblica.it con questo articolo.

La seconda il Corriere.it che ieri ha pubblicato questo pezzo copiato (compresi gli errori) dal Telegraph. Se invece avesse copiato dalla solita fonte dei giornali italiani, cioe’ la BBC, avrebbe azzeccato. Capiamo bene che i giornalisti italiani hanno il vizietto di copiare dalle fonti straniere, ma le fonti dovrebbero essere controllate comunque.

Lo so, lo so, state per dire che sono dettagli che riguardano gli specialisti di cladistica e filogenesi. E pero’ anche i bambini sanno che pterodattili, ittiosauri e plesiosauri (rettili marini) non sono dinosauri. E non ci vuole un volume di cladistica o una laurea in paleontologia, basta Google o Wikipedia. O piu’ semplicemente assumere nelle redazioni giornalistiche degli scienziati che sappiano di cosa parlino.

Libertà di cura, la scelta del paziente

Nella ormai infinita discussione sulla opportunità o necessità di una legge sulle direttive anticipate si è arrivati ad una svolta: tutti ormai – o quasi tutti – concordano che questa legge s’ha da fare. Ma le differenze tra i vari disegni di legge sono profonde. Abissali.
E sono molto alti i rischi che una legge che dovrebbe garantire la libertà di scelta a chi non può più esprimersi si trasformi in un ennesimo giogo.
Il tentativo, per esempio, di sottrarre dalle decisioni delle persone la nutrizione e l’idratazione artificiali, di rendere non vincolanti per il medico le volontà del paziente o la possibilità di ricorrere alla obiezione di coscienza sono tutti modi per corrodere la portata liberale di una legge al riguardo.
Ecco perché è importante sottoscrivere l’appello di Ignazio Marino, in cui si chiede di non trasformare la libertà di cura (che comprende anche la libertà di non curarsi, sia detto per eccesso di zelo) in un obbligo cui tutti dovrebbero piegarsi.
Ecco perché sostenere, anche simbolicamente, il disegno di legge di Ignazio Marino.
L’appello che riportiamo di seguito si può firmare qui o qui.

Ad Ignazio Marino va tutta la nostra stima; a tutti noi l’augurio che la legge seguirà queste condizioni necessarie per essere una buona legge. In caso contrario sarebbe meglio non averne alcuna.
Continua a leggere ‘Libertà di cura, la scelta del paziente’

Aiutaci Obi Wan Kenobi sei la nostra unica speranza

hologram4Avrete sicuramente sentito che durante la grande notte delle elezioni americane alla CNN e’ stata usata una “nuova tecnica fantascientifica” negli studi del’emittente americana. Nello specifico una giornalista che stava a Chicago veniva ripresa da una serie di telecamere e la sua immagine proiettata come un ologramma nello studio della CNN e New York. Grande enfasi e pubblicita’ in tutto il mondo. Ebbene era un falso, una bufala. Infatti non si trattava di un vero ologramma (come nei film di fantascienza) ma di una semplice sovrapposizione di immagine. Wolf Blitzer, il giornalista a New York non vedeva Jessica Yellin,star-wars-hologram la giornalista a Chicago, se non in uno schermo tv tradizionale in fondo allo studio. In pratica parlava con l’aria e utilizzava il cerchio rosso sul pavimento come punto di di riferimento per il proprio sguardo. Insomma era un trucco che poteva essere visto solo dagli spettatori in TV. Un trucco, aggiungiamo noi, fatto veramente male. Una tecnica presente da decenni nel mondo del cinema e della TV e divenuta famosa nella scena della Principessa Leila in Guerre Stellari. Una cosa cosi’ banale che ci chiediamo perche’ sia stata fatta cosi’ male e stupisce che pochi si siano resi conto della bufala.

Mico-diesel: l’alternativa?

car-pollution-200-x-192Oggi via Corriere ho letto un articolo di New Scientist – a sua volta basato su una ricerca apparsa in Microbiology – che racconta della scoperta del fungo Gliocladium roseum il quale ha l’interessante caratteristica di crescere sulla cellulosa producendo una mistura volatile di alcoli, esteri ed idrocarburi con una composizione abbastanza simile a quella del carburante diesel.

La scoperta sta suscitando un certo entusiasmo nel mondo dei biocarburanti, perchè la miscela prodotta dal Gliocladium roseum ha composizione pressochè ottimale per l’uso come carburante, un contenuto energetico più alto del tipico etanolo, e presentandosi allo stato gassoso è molto più facile da separare e purificare di un liquido. Si potrebbe anche usare l’ingegneria genetica per migliorare le prestazioni del fungo, oppure inserire i geni che gli consentono di produrre idrocarburi in altri organismi più efficienti.

I biocarburanti sono resi poco praticabili prima di tutto dalla scarsa efficienza energetica: è necessario spendere parecchia energia per ottenere una unità (diciamo, megajoule) di energia come biocarburante. I motivi sono vari, ma generalmente si riducono allo scarso contenuto energetico (comparato a carbone e petrolio) della cellulosa (la principale biomassa), ed all’alto contenuto d’acqua delle biomasse. In alternativa, l’olio che si può estrarre dai semi oleosi è una piccola frazione della massa dell’intera pianta.

Continua a leggere ‘Mico-diesel: l’alternativa?’

Nature “endorsa” Obama

Per la prima volta nella sua storia da quando è stata fondata nel lontano 1869, la prestigiosa rivista americana Nature dichiara in un editoriale di supportare la candidatura di Barack Obama. Un caso eccezionale e ovviamente storico. L’editoriale più che sostenere che Obama è un candidato perfetto dal punto di vista della comunità scientifica, sottolinea l’inadeguatezza di McCain. Obama pare più orientato ad ascoltare consiglieri di diversa opinione e a cercare dopo un’attenta analisi un compromesso. E poi la stangata finale: la Palin. Come abbiamo visto qualche giorno fa sul caso del moscerino, la vice di McCain si è limitata a leggere un canovaccio di cui non aveva capito granché. Ricordiamo inoltre che sempre la Palin in una famosa intervista diceva di credere che “uomini e dinosauri hanno convissuto assieme” e che “il mondo fu creato 6000 anni fa”. La Palin è sostenitrice dell’Intelligent Design come buona parte dell’entourage della ex-amministrazione Bush. Nature ricorda anche che Obama era stato disposto a parlare di ricerca e di programma proprio con Nature alcuni mesi fa, mentre McCain si era rifiutato.

Forse per la prima volta nella storia la decisione della comunità scientifica (o di una sua parte consistente) potrebbe influenzare una campagna elettorale americana. Spesso noi ricercatori cerchiamo o affermiamo che la scienza debba essere neutrale, ma è veramente così o è solo un’ipocrisia? E cosa succede quando, come in questo caso, un candidato è in netto contrasto ideologico col mondo scientifico? E’ giusto prendere posizione?

Fabristol

Marte e Mercurio è lo stesso, tanto sono blu entrambi

Su un articolo recente di Corriere.it si è parlato di una “sostanza sconosciuta di colore bluastro” trovata su Mercurio. Sul sito della NASA c’è un lungo report delle immagini ottenute dalla sonda Messenger. Effettivamente si parla di colori bluastri della superficie mercuriana. Ma, come il report spiega si tratta di falsi colori, ottenuti con filtri che possono vedere l’infrarosso e con contrasti aumentati addirittura col computer. In poche parole se fossimo su un astronave in orbita su Mercurio lo vedremmo come sempre, cioé grigio. L’articolo ovviamente non ci spiega tutto questo e punta direttamente sul sensazionalismo di questa sconosciuta sostanza. Si parla nell’originale di “mysterious dark material” che erutta da antichi vulcani. La NASA come vedete ci ha messo del suo per rendere la notizia più appetitosa. Infatti le parole di Mr Robinson (uno scienziato che ha analizzato le immagini) si sono sparse tra le agenzie di tutto il mondo. Anche se c’è da dire che in alcune interviste viene riportato correttamente che i colori sono falsati artificialmente.

La cosa però più grave è che il giornalista del Corriere non contento delle misere foto riportate dalla NASA per rendere più spettacolare il suo articolo ha “trafugato” delle foto di Marte appena pubblicate qualche giorno prima. Infatti giorni fa si dà notizia di tracce di opale su Marte (prima foto in basso). Questa foto è stata inserita tra quelle di Mercurio (seconda foto).

foto di Marte spacciata per Mercurio

foto di Mercurio rilasciata ufficialmente dalla NASA.

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