Purtroppo il materiale divulgativo in lingua italiana sull’evoluzionismo è poco e frammentato. Diversa situazione si ha nei paesi anglosassoni. Abbiamo quindi pensato per prima cosa di tradurre alcune cose interessanti dalla lingua inglese in italiano. Uno dei pezzi piu’ semplici ma diretti venutoci sottomano è sicuramente questo speciale preso da Scientific American. In 15 brevi capitoletti vengono smontati i più comuni miti sull’evoluzionismo e su Darwin propugnati dai difensori di posizione creazioniste. Li tradurremo tutti e su alcuni ci soffermeremo di più in futuro.
1. L’evoluzione è solo una teoria. Non è un fatto o una legge scientifica.
Molte persone hanno imparato alla scuola elementare che una teoria si trova in mezzo ad una gerarchia di certezze – al di sopra di una mera ipotesi ma al di sotto di una legge. Gli scienziati pero’ NON usano questo termine in questo modo. Secondo l’Accademia Nazionale delle Scienze Americana (NAS), una teoria scientifica e’ “una spiegazione ben verificata di alcuni aspetti del mondo naturale che puo’ incorporare fatti, leggi, deduzioni, e ipotesi testate”. Nessuna quantita’ di ulteriore convalida cambia una teoria in una legge, che e’ una generalizzazione descrittiva sulla natura. Cosi’ quando gli scienziati discutono sulla teoria dell’evoluzione – o sulla teoria atomica o sulla teoria della relativita’ non stanno esprimendo delle riserve sulla sua verita’.
In aggiunta alla teoria dell’evoluzione, qualcuno potrebbe anche parlare di dato di fatto (in inglese il termine e’ facts: fatto concreto, realta’, prova. N.d.T.) dell’evoluzione. Il NAS definisce un dato di fatto come una “osservazione che e’ stata ripetutamente confermata e per scopi pratici e’ accettata come “vera”.” Sebbene nessuno abbia osservato queste trasformazioni (in realta’ esistono vari esempi di osservazione diretta di processi evolutivi; ne parleremo in futuro su altri articoli, N.d.T.), l’evidenza indiretta e’ chiara, inequivocabile e convincente.
Tutte le scienze si affidano frequentemente ad evidenza indiretta. I fisici non possono vedere direttamente le particelle subatomiche, per esempio, cosi’ verificano la loro esistenza attraverso l’osservazione di tracce rivelatorie che le particelle lasciano nelle camere a nebbia. L’assenza di un’osservazione diretta non rende le conclusioni dei fisici meno certe.
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