Questo post forse sarebbe più adatto a Bioetica che a Progetto Galileo: non vuole
smentire una bufala o le castronerie scientifiche di un articolo. Ma parla di scienza e prende spunto da una notizia fresca di stampa, per cui ci cimentiamo lo stesso.
La notizia, potete leggerla qui, riguarda l’omeopatia e il fatto che probabilmente verrà uniformata, per quanto riguarda il sistema sanitario nazionale, alla medicina tradizionale.
La questione dell’omeopatia è, per usare un francesismo, un bel casino. Ci sarebbero moltissime cose da dire, dal punto di vista strettamente scientifico. A partire dai principi su cui si basa, l’adagio “similia similibus curantur” e la fantomatica “memoria dell’acqua“, che sono tutto tranne che scientifici (si veda, una volta per tutte, questo approfondito articolo di Luigi Garlaschelli).
Una ricerca pubblicata nel 2005 su The Lancet dimostrò che gli effetti dell’omeopatia sono gli stessi del placebo. Ma “giocare alle ricerche scientifiche” probabilmente non è una buona strategia visto che in letteratura sono presenti molti (troppi?) studi che pare riescano a dimostrare quasi “qualsiasi cosa” su basi puramente statistiche. Un passo meno vano sarebbe passare in rassegna quelle che potremmo chiamare “meta-analisi“, ovvero lavori che accorpano in maniera critica un certo numero di ricerche (e dunque hanno almeno il vantaggio di aumentare la significativià statistica). Quel che si ottiene è che la stragrande maggioranza di queste meta-analisi concludono dicendo che le ricerche sono mediamente “fatte coi piedi” (i lettori di Progetto Galileo sono abituati a questi termini tecnici) e in un paio di casi si faceva notare come ci fosse una lievissima preponderanza di risultati a favore dell’efficacia dell’omeopatia ma anche che, in media, le ricerche fatte peggio erano anche quelle più favorevoli all’omeopatia. Nel 2007 The Lancet pubblica un’ulteriore ricerca che effettua una revisione di cinque ampie revisioni degli studi condotti negli ultimi anni, e il suo giudizio è netto: non c’è evidenza di differenza col placebo.
Ma al di là del problema specifico (su cui Progetto Galileo, ci tiene a dirlo, ha comunque un’opinione estremamente negativa al di là di ogni ragionevole dubbio) lo spunto di riflessione che vorremmo sollevare è più di carattere etico e politico, seppur legato a temi scientifici. Perché in questo caso, a differenza dei “soliti” problemi di bioetica, non siamo (solo) di fronte a scelte individuali su come condurre la propria vita o a quali valori aderire. Siamo di fronte a una scelta che ha pesanti ripercussioni economiche sulla società, perché, lo capite bene, rimborsare le spese sanitarie omeopatiche può risultare una scelta a dir poco discutibile, se si sposa l’idea che non si tratti d’altro che di acqua fresca.
Il CICAP ha intervistato il presidente dell’Ordine dei Medici (l’intervista sarà pubblicata a breve, noi abbiamo una specie di anteprima grazie a Bea!) e la sua posizione è stata abbastanza chiara: curare vuol dire prendersi cura e ci si può prendere cura di una persona in vari modi; l’importante è che lo faccia una persona qualificata. Le varie cure alternative, cioè, devono essere prescritte da un medico iscritto all’albo (che si prende quindi la responsabilità delle sue azioni e deve far riferimento all’Ordine) e non dal santone di turno e se sono prescritte da un medico iscritto all’albo possono essere rimborsate.
La qual cosa, ne converrete, può far arrabbiare – e a noi di Progetto Galileo molto – perchè fa semplicemente riferimento ad una categoria “certificata” di persone, l’albo, e non ai princìpi (scientifici) a cui si ispirerebbe. Perchè si limita a parlare di “cure” in un senso troppo vago e generico rispetto a quelle che ci aspetteremmo da un medico. Perchè allora non pagare anche per i riti voodoo e le galline sgozzate? Anche lì non si conosce il principio, ma i pazienti jamaicani dicono che funziona.
E tuttavia, nonostante le nostre convinzioni, ci rendiamo conto che si tratta di un problema delicatissimo. E’ facile bandire le cure di Vanna Marchi (in quel caso in realtà c’era anche l’aggravante della truffa, che ovviamente non può confondersi con i problemi di cui stiamo discutendo qui) ma quando l’evidenza dell’efficacia è molto più dubbia? Quando c’è moltissima gente che vi si affida e dice di esserne soddisfatta? Il fatto che si decida che certe pratiche debbano essere esercitate solo da medici iscritti all’albo è ovviamente una scelta di “categoria” (perchè ci sono molti soldi in ballo e quindi i medici si tutelano), ma è anche una sorta di garazia per il paziente: se un medico iscritto all’albo mi prescrive qualcosa che mi danneggia io ho una struttura, l’albo, che in un certo senso mi tutela. Se lo fa il santone di turno sono totalmente scoperto.
Volendo, in conclusione, riportare la discussione su un piano più scientifico e nello spirito più malignamente stigmatizzante di Progetto Galileo, forse quel che ci saremmo aspettati è una presa di posizione più netta dalla stessa comunità dei medici, perchè una simile decisione non venga lasciata in mano ai politici (ci ricordiamo tutti cosa successe con Di Bella…).
Hronir, Clodivendro e Bea
Alla fine molte medicine alternative vengono accettate anche grazie alla massa critica dei loro praticanti. Se Wanna Marchi fosse riuscita a crearsi una comunita’ fedele e dei medici compiacenti a quest’ora qualcuno avanzerebbe l’ipotesi di affiancarla alla medicina tradizionale.
Sì, il limite a volte può diventare davvero molto sottile…
Che incazzatura. Ovvio che l’Ordine ha una posizione soft: tantissimi medici di base (la spina dorsale della professione) sono mezzi omeopati.
Nessuno nega il diritto di un medico di prescrivere preparati omeopatici o fitoterapici, ma il fatto che vengano rimborsati è un’incredibile assurdità.
A seguito di varie riforme nel corso degli anni ’90 (introduzione delle note AIFA nel 1993 e poi la legge Bindi) la spesa per i farmaci è sostenuta dal SSN solo quando c’è un’indicazione scientificamente solida.
Se un medico vuole utilizzare un principio attivo non ufficialmente indicato per una certa patologia (farmaci “off label”) deve giustificare questa decisione con adeguata documentazione.
E ora invece un intera classe di farmaci che ha al meglio un’evidenza anedottica di funzionamento e che si fonda su principi totalmente indimostrati e in contraddizione con tutto ciò che sappiamo della biologia e della fisiopatologia otterrebbe una sorta di indulgenza plenaria, giustificata solo dalla loro popolarità?
Ma scusa allora perchè non rimborsare anche i cicli di psicanalisi junghiana o i corsi di meditazione trascendentale, roba che comunque ha una dignità culturale enorme rispetto all’omeopatia?
Io credo che lo stato non debba rimborsare niente a nessuno. Nè allopatici, nè omeopatia, nè niente. Il punto a cui siamo arrivati è chiaro: o dentro tutti, o niente. Allora perchè non rimborsa l’ayurveda o i preparati erboristici?. Visto che la coa più importante per quanto riguarda la salute, è che il singolo diventi il più responsabile possibile, non si dovrebbe dare niente a nessuno. Che se la veda lui. Si assicura e poi fa quello che vuole. Sarebbe anche un bel modo per bloccare questo atteggiamento assistenziaistico, da squallido mendicante, che fa di un uomo un verme.
Bella domanda, anti-moderno: le assicurazioni private rimborsano tutto? Sicuramente non tutto (non il voodoo, per dire). Probabilmente ci saranno delle clausole ben specifiche e se si pretende di aver rimborsate anche le cure omeopatiche si paghera’ un premio (ben) piu’ alto…
hronir, se la vedranno tra di loro. Questi sono dettagli. Io penso che sarebbe già un avanzamento epocale se passasse il concetto: “tu sei l’artefice della tua salute e della tua malattia”. Ogni assistenzialismo statale in merito è sbagliato, soprattutto perchè chi gode veramente sono le case farmaceutiche. Scommetto che anche dietro a questa storia dell’omeopatia ci sono le varie ditte produttrici che gongolano…. Magari si potrebbe studiare delle deroghe per chi ha degli incidenti sul lavoro, o in auto, ma lo stato non può e non deve pagare se hai la cistite o il cancro. Le malattie non sono nient’altro che l’indice di uno stile di vita sbagliato. Quindi si risolvono cambiando stile di vita, non imbottendosi di farmaci allopatici o omeopatici che siano.
spero che tu sia solo molto giovane e inesperto, sono certa che se avessi un tuo caro malato di cancro non la penseresti cosi’.
Eccone uno che invece di riflettere butta lì una sentenza con tutta la forza dei suoi sentimenti (ma che te fai dei sentimenti, ti aiutano a risolvere i problemi?)….forza demente, ragiona…di chi è la colpa che un tizio ha il cancro? Chi può averlo condotto in quello stato?
Anti-moderno vorrei risponderti ma non so neanche da dove cominciare… comunque se vai da un signore di 40 anni astemio non fumatore che fa ogni giorno mezzoretta di corsa leggera, e si è beccato il cancro al pancreas, a dirgli che non deve fare la chemio ma cambiare lo stile di vita, giuro che ti offro una cena di pesce in un ristorante a tua scelta.
Assicurazione privata o assicurazione sociale cambia poco: i farmaci verranno rimborsati in base a uno straccio di evidenza scientifica. Una sanità socializzata vecchio stile come quella italiana prima delle riforme degli anni ’90 poteva passare anche la cura DiBella ma non è più il caso, mi pare.
E tra l’altro il cocktail di DiBella aveva un minimo di efficacia a differenza dell’omeopatia.
Cacho,
lo so, non è facile da dire alla gente. La gente pensa che se non fuma e fa la corsetta gli basta. Non è così. Ci sono i grassi, gli zuccheri, l’eccesso di proteine, gli inquinanti, i conservanti, le tendenze costituzionali, ecc.
In ogni caso chiedo: è possibile che la società si accolli spese per decine, centinaia di migliaia di euro per ogni paziente? Riusciamo o no a vedere che questa strada conduce a un vicolo cieco? Riusciamo a vedere che l’enorme meccanizzazione e tecnicizzazione della sanità non porta da nessuna parte? Riusciamo a vedere che abbiamo intrapreso una strada sbagliata? Se ci riusciamo, potrebbe anche venirci voglia di cambiare….
Il cancro è un’alterazione dei meccanismi di replicazione cellulare dovuto a mutazioni sovrapposte. E’ un evento stocastico che aumenta di probabilità per fattori genetici o ambientali, ma può capitare a tutti. Che poi gli europei abbiano più cancro al colon perchè mangiano poche fibre, i giapponesi più cancro allo stomaco perchè boh e gli iraniani più cancro all’esofago perchè bevono tè bollente è un discorso, ma è tutta questione di statistica. Se poi si parla di “inquinanti e conservanti” dove sta la responsabilità individuale?
Sul discorso della società che si accolla centinaia di migliaia di euro per ogni paziente: è un discorso assurdo. Un sistema assicurativo privato potrebbe essere più efficiente (quello USA non lo è, ma è anche vero che è un sistema misto e molto burocratizzato), ma il discorso rimane sempre lo stesso: se ti assicuri ti accolli anche i costi del prossimo e delle loro abitudini insane. Come cantava Sting: “We share the same biology, regardless of ideology”, come dire che tutti ci ammaliamo, tutti invecchiamo (tranne chi muore giovane, si intende), tutti avremo necessità di un’assistenza medica.
Poi è vero che viviamo in una società medicalizzata in maniera assurda, ma questo è un altro discorso.
@antimoderno:
Tra le cause del cancro ci sono anche esposizione a sostanze chimiche presenti nell’ambiente, radiazioni, virus , inoltre ci sono predisposizioni genetiche che possono facilitarne lo sviluppo. Certo puoi ridurre il rischio mantenendo una vita attiva e un’alimentazione sana (ci eravamo già arrivati tutti) ma ciò non esclude la possibilità che ci si possa incappare. E ora non mi dilungo più, perchè mi sembra proprio che tu faccia discorsi insostenibili e mi sembra anche che sia del tutto inutile parlare con te, mi spiace, ciao!
Bene, allora continuiamo a fare la chemio…
a) Non devono neanche dimostrare che non ha effetti collaterali….
b) se e’ una diluizione infinita di un principio, ci sara’ sempre qualcuno che la produrra’ come “farmaco generico” ad un prezzo molto ma molto basso.
c) alla fine, Charles Darwin ha sempre ragione: vogliono curarsi con l’omeopatia? si accomodino.
Eh, sagredo, magari fosse vero il punto c)!
In realtà quelli che vogliono curarsi con l’omeopatia si curano *anche* con l’omeopatia. Per cui non hanno alcuno svantaggio evolutivo diretto, e provocano solo effetti a cascata che si riversano sugli altri (quando sei in preda ad una malattia, vuoi provarle tutto, sei in preda ad ogni possibile speranza, etc etc, e se questi ti sbandierano anche queste cose, tu spesso non hai il coraggio di non provarle… e loro marciano sulla tua condizione di debolezza).
E’ un po’ come le scuole private, che ci vanno i ricconi ma poi le dobbiamo anche pagare noi con le sovvenzioni statali.
Anti-moderno è un troll, evitate di cibarlo.
scusate, ma il fatto che l’articolo fosse datato “1 aprile”, e ora non è nemmeno visibile. è una coincidenza ?
e poi visti gli argomenti non era meglio “progetto darwin” come nome ? 🙂
Io continuo a vederlo, l’articolo.
Tanto la copia citata nel post, quanto una versione meglio formattata e corredata di commenti. E ho trovato altri riferimenti alla notizia, non sembra essere uno scherzo.
Ad ogni modo, a parte lo spunto che ne abbiamo preso per le riflessioni generali di questo post, mi rendo conto meglio ora che la notizia “l’omeopatia verrà uniformata alla medicina tradizionale”, propriamente, sembra vada intesa nel senso che sono state avviate delle procedure di controllo sui medicinali omeopatici. Che potrebbero, sì, portarle ad essere rimborsate dal SSN, ma, sembra, a patto di superare, appunto, questi controlli. I quali, si dice, non sono solo di “non nocività”, ma anche, giustamente, di “efficacia”. Certo, poi bisogna vedere come vengono effettuati questi controlli, ma effettivamente non tutte le speranze sembrano perdute…
se le professionalità coinvolte continueranno a fare dei test senza avere assolutamente idea di cosa sia la statistica non ci sono speranze.
da notare che per molti di loro è solo ignoranza abissale, tanto che spesso non hanno nemmeno avuto bisogno di taroccare i risultati. si fermavano molto prima, come il caso di chi da un campione di 20,000 ne tirava fuori con la bacchetta magica 5 che analizzava nel dettaglio, o di chi si dava a becere speculazioni sull’esistenza ( assunta, ovviamente ) di una sorta di macro-entanglement che ha capito solo lui.
Ognuno la può pensare come crede, ma se il SSN ci fa curare da medici che non sono all’altezza e ci fanno anche morire e per di più li paghiamo con le nostre tasse perchè non dovrebbero essere convenzionate anche le cure omeopatiche come in inghilterra che ha addirittura un ospedale!!, siamo o no… ancora in democrazia??
leggete:
http://www.omeomed.net/news_full.php?fn_mode=fullnews&fn_incl=0&fn_id=131
@antimoderno
un po’ arrogantino, non sarà mica solo una questione di responsabilità e colpa no?
per conto mio la sfiga è potentissima, noialtri siamo dettagli le nostre scelte bazzecole…
continuiamo a tirare a campare… con la chemio o con le tisane a base di aloe… a caso!
spero tu stia sempre bene, altrimenti sono certo rivedrai le tue posizioni così fastidiosamente manicheiste.
@enrico
mannaggia hai ragione, se solo avessi letto anche il tuo commento prima di buttarmi a rispondergli avrei risparmiato tempo!
ciao.v.
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